La Coltivazione del Tartufo
Da quando siamo entrati nel campo della micorrizazione abbiamo fatto moltissimi passi avanti; oggi siamo in grado, seguendo protocolli e tecniche ben precise, di produrre piante tartufigene di qualità senza pari, con tartufo bianco(tuber magnatum pico), tartufo nero pregiato(tuber melanosporum vitt) e scorzone estivo(tuber aestivum vitt). La soluzione sporale è inoculata in primavera ed è costituita da tartufi ben maturi, di media grandezza e “determinati”, cioè rigidamente appartenenti alla stessa specie. Molta importanza è data anche alla sterilizzazione del substrato del semenzaio e poi al terreno da porre nei vasetti. Altro punto fondamentale è proprio il vasetto. Dagli enormi contenitori 12x14cm. di diametro si è passati agli attuali vasetti tronco-conici di 4cm. di diametro. Per certificare e garantire l’elevatissima qualità delle nostre piante da tartufo queste sono soggette a ripetute analisi di laboratorio.
La scelta della pianta simbionte da inoculare deve essere fatta scegliendo piante che in natura producono spontaneamente tartufi. Tra le possibilità abbiamo : roverella, leccio, carpino, nocciolo, cerro, pioppo cipressino, farnia, quercia da sughero. Le piante da tartufo verranno piantumate, a seconda delle loro esigenze, in terreni a loro maggiormente adatti.
I metodi di inoculazione per giungere alla simbiosi tra tartufo e pianta e, quindi, alla pianta da tartufo, sono 3.
1) Sintesi per avvicendamento radicale o innesto: si parte da porzioni di radice micorrizate o da piante madri. Lo stretto contatto tra le due radici “dovrebbe” istaurare una micorrizazione. Si usa soprattutto per tartufo bianco (tuber magnatum pico), le cui spore se non adeguatamente trattate, sono di difficile germinazione. Tale procedimento ha molti punti negativi. Uno tra i tanti è quello di non controllare bene gli agenti inquinanti. L’unico relativo vantaggio è quello del risparmio di tartufo per l’inoculo delle piante da tartufo;
2) Sintesi sporale: questo metodo è sicuramente, se tecnicamente ben fatto, la tecnica con i migliori risultati;
3) Sintesi miceliare: viene utilizzata principalmente in laboratorio ma con grandi difficoltà. Si parte con l’utilizzo del micelio, ottenuto con la coltura pura del tartufo. Senza dubbio è uno dei migliori metodi di inoculazione. Punto negativo di questo metodo è però, come detto, la difficoltà di avere micelio in quantità rilevanti per l’inoculo. Si pensi che occorrono 250 cm2 di micelio di tuber melanosprum oltre 120 giorni per colonizzare appena 6-8 piante da tartufo.